Bibulano, piccolo borgo di antiche origini ancora oggi in gran parte in pietra a vista.
A 560 metri di altitudine è facile da raggiungere; si trova immerso fra i campi e i boschi a mezza costa fra la fondovalle Savena e il capoluogo loianese.
(Claudio Tamburini)

Cenni semiseri su Bibulano

Bibulano è un’amena località loianese appoggiata al sole sul versante destro della Valle del Savena, talmente amena che poco distante c’è una casa che si chiama Colle Ameno.

La sua chiesa è la copia in scala della Basilica di San Luca ma ora è inagibile ed i tenaci parrocchiani si stanno adoperando per finanziarne il restauro.

Le sue campane sono famose in tutta la montagna per la pulizia del suono e la perfetta intonazione.

Il piccolo borgo si trova poco sopra la chiesa e conserva le caratteristiche della antica architettura rurale; vi si trovano orti, galline e proprietari attenti ai lupi.

Gli abitanti del capoluogo, che guardano Bibulano dall’alto al basso, sono certi e affermano da tempo immemorabile che i bibulanesi sono “tutti matti” e questi (sta qui la vera particolarità) invece di offendersi se ne vantano: sarà perché si sono abituati allo scherzoso epiteto, sarà perché gli riconoscono una certa veridicità.

Le teorie sulla pazzia sono svariate: una delle più accreditate porta come prova una vicenda legata alla devozione che quei terrazzani rivolgono a San Filippo Neri con una affettuosa famigliarità, tanto da considerarlo uno di loro. Si narra infatti che in occasione di una siccità che non accennava a terminare neppure dopo svariate preghiere ed atti di devozione verso il patrono che non intercedeva per loro, ne portassero la statua in processione nel bosco affinché si rendesse utile almeno nel far legna.

Matti o sani, i bibulanesi hanno dato alla comunità loianese sindaci, educatori, centauri, capaci agricoltori e finanche inventori.

La loro ospitalità è squisita, la cucina ottima, la convivialità rinomata: un peccato non andare a Bibulano.